Programma di Sala - Madama Butterfly

Programma di Sala - Madama Butterfly

Disponibile
10,00 €

Il Programma di Sala della produzione firmata da Ferzan Ozpetek, diretta da Gabriele Ferro

Teatro di San Carlo, dal 25 maggio al 1 giugno 2019

 

/Opera

Giacomo Puccini/

MADAMA BUTTERFLY

Tragedia giapponese in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dedicata alla regina d'Italia Elena di Montenegro e tratta dalla tragedia Madame Butterfly di David Belasco, a sua volta tratta dal racconto Madame Butterfly di John Luther Long

 

Prima rappresentazione: MilanoTeatro alla Scala, 17 febbraio 1904

 

Direttore | Gabriele Ferro
Maestro del Coro | Gea Garatti Ansini
Regia | Ferzan Ozpetek
Costumi | Alessandro Lai
Scene | Sergio Tramonti
Luci | Pasquale Mari

Nuova Produzione del Teatro di San Carlo

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Nonostante il clamoroso fiasco della prima (Madama Butterfly in due atti andò in scena al Teatro alla Scala il 17 febbraio 1904) dovuto alla sua portata innovativa che guardava agli sviluppi più recenti del teatro musicale europeo, Puccini così scrisse a un amico a proposito di Madama Butterfly: “Con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio… ma la mia Butterfly rimane qual è, l’opera più sentita e suggestiva che io abbia mai concepito”. Per la nuova produzione di questa grande opera delle piccole cose, il Teatro San Carlo ha scelto lo sguardo di Ferzan Ozpetek che torna a Napoli dopo i successi de La Traviata (in teatro) e Napoli Velata (al cinema). L'opera mette al centro l'uomo, come, in effetti, accade anche nel cinema del regista turco. E la musica? «E' il linguaggio dell' inesprimibile e dell' inespresso, dice anche il non detto - afferma Ozpetek –. È la musica a redimere i personaggi, è una bellezza che sublima. Anche nel cinema la musica è fondamentale, come il silenzio. La densità degli stati d' animo è fluida, come l'acqua che passa attraverso stati diversi. Ci si commuove solo quando la nostra anima si muove con le emozioni dei personaggi. Mi piace pensare che ciò che resta fuori dall'inquadratura non si perda nel nulla. Si può dire anche senza dire. La realtà del cinema è oltre l' immagine, riprende la dinamica fluida dell'interiorità».

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